- Cosa sono le cellule staminali?
- Le cellule staminali possono essere utilizzate solo sul soggetto da cui sono state raccolte?
- Come si accerta la compatibilità?
- Esistono casi in cui non è possibile effettuare il prelievo?
- Come comportarsi in caso di parti gemellari?
- Come avviene e chi esegue il trasporto dall’ospedale alla Banca Vita 34?
- Che differenze ci sono tra le cellule staminali?
Le cellule staminali si distinguono fondamentalmente in 2 tipi: Cellule staminali embrionali e Cellule staminali adulte. Le Cellule staminali embrionali sono quelle presenti nell’embrione di una settimana. La scienza le considera oggi con grande interesse, ma il loro utilizzo pone seri problemi di natura etica, in quanto la loro estrazione comporta la distruzione dell’embrione. Le Cellule staminali adulte sono presenti in alcuni dei nostri organi e tessuti, e hanno generalmente il compito di rigenerare l’organo o il tessuto in cui risiedono.
- Cosa è compreso nel prezzo, cosa è escluso?
- supporto informativo
- recapito kit presso l’abitazione della paziente
- invio del kit per il prelievo e il trasporto del sangue del cordone ombelicale e del tessuto
- trasporto del kit dall’ospedale dove ha luogo il parto al laboratorio Vita 34 a Lipsia
- analisi di laboratorio sul campione
- trattamento del campione per ottenere la separazione e l’isolamento delle cellule staminali
- invio al cliente delle certificazioni di avvenuto trattamento, analisi e stoccaggio
- conservazione per 20 anni delle cellule staminali
- Ci sono rischi o difficoltà a prelevare il sangue del cordone ombelicale?
- Che tipo di cellule staminali sono quelle del cordone ombelicale?
Le cellule staminali presenti in rilevante concentrazione nel sangue del cordone ombelicale al momento della nascita sono cellule staminali adulte. Dunque non c’è nessun ostacolo di natura morale al loro impiego terapeutico e al loro utilizzo per la ricerca.
- Esistono altre fonti di cellule staminali?
Sì, per esempio il midollo osseo, ma rispetto a quelle presenti nel cordone ombelicale, le cellule staminali del midollo osseo sono meno versatili e più difficili da estrarre.
- Perché conservare per uso autologo le cellule staminali ricavate dal cordone ombelicale?
Perché è un’opportunità unica nella vita di una persona quella di poter “accantonare” le proprie cellule staminali ad uno stadio che precede l’eventuale e malaugurata insorgenza di malattie. È del tutto evidente il vantaggio di poter disporre delle proprie cellule staminali nel caso ci si trovi ad affrontare una terapia che prevede un trapianto di cellule staminali. Evitare la ricerca di un donatore e ogni rischio di rigetto o di infezione sono argomenti da soli giustificano ampiamente questa scelta.
- Come aderire al servizio?
I futuri genitori devono richiedere il contratto e restituirlo firmato insieme con la ricevuta del bonifico di pagamento del kit (290 euro). Nei giorni successivi, riceveranno il kit necessario per la raccolta del sangue del cordone ombelicale e per il trasporto dello stesso fino al laboratorio Vita 34. Al momento del ricovero, bisogna ricordarsi di portare con sé il kit e di consegnarlo alla persona incaricata del prelievo. Il sangue viene prelevato subito dopo la nascita dal ginecologo o dall’ostetrica che assiste al parto. A prelievo avvenuto, si deve contattare telefonicamente Serena Medical e seguire le istruzioni precedentemente concordate per il trasporto.Giunto nei laboratori Vita 34, il campione di sangue viene trattato con le più moderne tecnologie. Seguendo rigorosi protocolli, si procede alla separazione delle cellule staminali, all’esecuzione dei test sierologici e quindi alla loro crioconservazione.
- Quali sono i vantaggi e gli svantaggi della conservazione a uso autologo?
- Quando viene raccolto il sangue del cordone ombelicale a fini di conservazione?
- Quale è il volume di sangue necessario?
- Chi è abilitato a fare il prelievo?
Normalmente, le ostetriche, gli infermieri e i medici ginecologi sono abilitati a fare il prelievo.
Come viene raccolto il sangue del cordone ombelicale?
Il processo di raccolta è facile e assolutamente indolore, non interferisce con il parto e la salute della madre o del nascituro. Dopo la nascita del bambino e l’espulsione della placenta, l’ostetrica pulirà, con una soluzione asettica, un’area del cordone ombelicale e inserirà all’interno della vena ombelicale un ago collegato alla sacca di raccolta. A questo punto il sangue defluirà a causa della gravità, ed il processo sarà completato quando il flusso sanguineo si ferma. La sacca di raccolta viene quindi chiusa, sigillata ed etichettata.
- A che temperatura deve essere effettuato il trasporto del sangue al laboratorio?
Il sangue del cordone ombelicale deve essere trasportato a temperatura ambiente ( 18-26C°) al laboratorio dove avverrà il processamento, visto che durante il trasporto le cellule staminali non devono soffrire sbalzi di temperatura. In ogni caso, il recipiente è stato progettato per sopportare anche variazioni estreme di temperatura.
- La raccolta delle cellule staminali del cordone ombelicale comporta qualche rischio?
Le procedure di raccolta sono sicure e assolutamente senza rischio sia per la madre che per il bambino, in quanto ogni tipo di prelievo avviene rigorosamente dopo la nascita del bambino, dopo il taglio del cordone ombelicale e dopo la completa espulsione della placenta. Seguendo questa procedura, la raccolta non interferisce in alcun modo con l’operato dell’ostetrica nè durante il parto nè, subito dopo, nella cura di madre e figlio.
- Devo mettere il campione in frigorifero o nel congelatore?
Non dovete mai mettere il kit nel congelatore o nel frigorifero in attesa del ritiro. Il kit è stato progettato per resistere durante il periodo di tempo fra il prelievo e il suo arrivo in laboratorio senza che le cellule perdano la loro vitalità.
- Per quanto tempo le cellule staminali possono essere crioconservate nell’azoto?
- Cosa è necessario fare nel caso in cui si abbia bisogno del campione conservato?
- Qual à la procedura per recuperare un campione?
La richiesta del campione deve essere effettuata per iscritto firmata dai genitori, tutori o dal donatore stesso e dal medico curante. Dopo questa prima comunicazione il campione viene preparato in laboratorio per il suo trasporto, verificando che tutte le condizioni siano presenti per far si che il recupero del campione e il suo conseguente trasporto vengano effettuati come previsto.
- Quante volte il campione di cellule staminali immagazzinato può essere utilizzato?
Le cellule staminali immagazzinate potranno essere utilizzate una o più volte, tenendo in conto vari fattori, in particolare, la massa corporea, il peso del malato, la gravità della malattia e il suo stato, il numero di cellule che è stato possibile prelevare ed immagazzinare e la propria evoluzione tecnica.
- Cosa succede al campione dopo 20 anni?
- Cosa faccio con il campione dopo il prelievo?
- Che procedimenti subisce il campione all’arrivo nel laboratorio?
All’arrivo in laboratorio vengono effettuati i seguenti procedimenti:
- Ricezione del campione (verifica temperatura, preparazione ai test,..)
- Test ematologici (gruppo sanguigno, conteggio cellule nucleate,..)
- Test infettivologici e di sterilità
- Processing e criocongelamento nel rispetto degli standard GMP a -196°C per 20 anni
- Perchè bisogna ottenere l’autorizzazione ministeriale?